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LE “PRIME” CENTO DI CAPITAN SAVINI CON I DOCKERS: “UN ORGOGLIO”

ANCONA – “Finché il fisico mi supporta, la voglia c’è tutta per continuare a giocare e provare ad essere d’aiuto ai miei compagni”. E quella voglia, che si traduce in un mix perfetto di carisma, esperienza e qualità calcistica, la si percepisce tutta. E’ quella di Andrea Savini, capitano dei Portuali Dorica che, in occasione della partita col Valfoglia, è stato premiato dal presidente Davide Pucci per le cento presenze con la maglia dei Dockers.

Trentasette primavere sulle spalle portate in maniera eccellente, l’entusiasmo di un ragazzino, l’esempio di un leader. Una carriera importante, quella di Savini, che lo ha visto protagonista in D, fino a toccare la Seconda Divisione della Lega Pro, senza dimenticare i trascorsi in Promozione ed Eccellenza. E’ approdato nelle fila degli anconetani nella stagione 2019-2020, contribuendo ad aprire un ciclo che si è rivelato subito vincente.

“In cinque anni i ricordi sono tanti e per fortuna molti positivi. Penso alla vittoria del campionato in Prima Categoria, anche se in sordina perché costretti dentro casa dal Covid, piuttosto che ai playoff nelle ultime due annate – spiega il capitano -. Ma tra le cose più belle inserisco soprattutto l’aver creato, grazie a tutto l’ambiente Portuali, un gruppo solido e formato da veri amici”. Ce n’è anche uno meno bello da annoverare, però. Anzi, un episodio che ancora crea noie: “L’ammonizione inspiegabile che mi diedero nella finale degli spareggi di girone. Una circostanza che non mi permise di disputare la finale playoff contro il Chiesanuova a Jesi. Un grande rammarico”.

Solo gioia, invece, per quota-100 caps con i Dockers: “Come ho detto alla società, in particolare a Luca Cesaroni e a mister Stefano Ceccarelli, per uno un po’ girovago come me nel mondo del calcio, ai Portuali Dorica credo di aver trovato, nella parte conclusiva della mia carriera, quella che reputo una vera famiglia – confessa Andrea Savini -. Ecco perché dico che cento presenze sono un motivo di grande orgoglio, mentre per altri potrebbero essere una mera targa. E proverò a non fermarmi qui”, garantisce il difensore.

Che, in chiusura, ci tiene a ringraziare a tutti per queste “prima cento volte insieme”. Mentre noi brindiamo a lui e alle “prossime che verranno”. Insieme.